
Luoghi da non Perdere
Tra Cultura e Turismo Religioso
Copertino: Il patrimonio Storico Culturale locale per la promozione del Turismo Religioso
San Giuseppe da Copertino
San Giuseppe da Copertino, nato nel 1603 a Copertino (in Puglia), è un frate francescano riconosciuto come «il patrono degli studenti», la cui vita è stata caratterizzata da un'intensa devozione, da esperienze mistiche e doni straordinari. Fin dalla giovane età, Giuseppe manifestò una grande sete di conoscenza e una profonda devozione verso la fede cristiana. Nonostante le sue limitate capacità intellettuali, si impegnò nello studio della teologia e della filosofia, dimostrando una profonda comprensione spirituale che lo portò a diventare un frate francescano. Proprio per queste sue difficoltà, che Giuseppe seppe superare con l'impegno e l'aiuto di Dio, è considerato il principale patrono degli studenti.
San Giuseppe è ricordato in particolare per le sue esperienze mistiche, durante le quali entrava in uno stato di estasi e trascendenza spirituale. Spesso veniva sollevato da terra durante la preghiera o mentre partecipava alla Messa, vivendo un'intima unione con Dio (per questo fenomeno della levitazione viene chiamato anche «il santo dei voli»). Le sue visioni e i suoi doni straordinari lo resero un modello di fede e santità. Purtroppo questi doni furono per lui anche causa di grandi sofferenze e persecuzioni: dovette vivere molti anni da recluso, presso Assisi e altri conventi, infine a Osimo (nelle Marche), dove morì santamente il 18 settembre 1663 (giorno in cui ricorre la sua festa), e dove ancora oggi riposa.
Nonostante la sua esperienza mistica e le fatiche che questa comportava, san Giuseppe mantenne sempre un profondo senso di umiltà e semplicità. Visse una vita di povertà, dedicandosi con fervore alla preghiera e alla penitenza. La sua umiltà lo portò ad amare e servire gli altri, mostrando un'attenzione speciale per i più bisognosi e gli emarginati. La sua devozione a san Francesco d'Assisi e alla Madonna fu profonda e costante. Si rivolgeva a loro come modelli di virtù e come intercessori nelle sue preghiere. La sua fiducia nella provvidenza divina e la sua devozione alla Vergine Maria lo accompagnarono sempre lungo il cammino spirituale.
Monastero Santa Chiara
Fra le tante cose belle da visitare nella bellissima cittadina di Copertino, c'è la chiesa di S.Chiara, posta proprio nel cuore del centro storico. Chiesa e monastero furono fondati nel 1545 per volontà del feudatario Alfonso Castriota. Furono poi rimaneggiati all'inizio del 1700. La dimora delle clarisse fu ampliata ed il suo interno fu decorato con stucchi. La chiesa, ricostruita quasi ex novo, perse le originarie linee architettoniche cinquecentesche e venne trasformata in un edificio barocco. Fu officiata dalle monache claustrali le quali vi rimasero fino alla soppressione murattiana. Per circa 150 anni, dal 1826 la chiesa fu sede della Confraternita di San Salvatore e Morti.
Il Monastero di Santa Chiara è un luogo di grande importanza storica e spirituale, legato alla tradizione delle Clarisse, l'ordine monastico fondato da Santa Chiara d'Assisi. Costruito nel XVII secolo, il monastero riflette l'intensa devozione a Santa Chiara e agli ideali francescani che caratterizzava l'epoca.
Il complesso ha un'architettura sobria e funzionale, tipica degli edifici monastici, ma presenta anche dettagli decorativi che ne arricchiscono l'aspetto. Per secoli, il monastero è stato un centro di vita contemplativa, dove le monache di clausura vivevano seguendo una rigorosa regola di preghiera, lavoro e silenzio, in piena conformità con gli insegnamenti di Santa Chiara, che esaltavano la povertà e la vita comunitaria.
Il cuore spirituale del monastero è la chiesa annessa, semplice ma accogliente, dedicata a Santa Chiara e a San Francesco d'Assisi. All'interno, si trovano altari e opere d'arte sacra che riflettono la devozione della comunità e l'influenza del francescanesimo nella regione.
Nonostante nel corso degli anni la presenza delle monache sia diminuita, il Monastero di Santa Chiara continua a essere un luogo di profonda devozione. È frequentato da fedeli e visitatori che cercano un momento di raccoglimento e preghiera, immersi in un'atmosfera di pace e spiritualità.
Questo monastero rappresenta un vero e proprio simbolo del patrimonio religioso e culturale di Copertino, dove la tradizione francescana resta viva e sentita, offrendo a tutti coloro che vi si recano un'opportunità per riflettere e connettersi con una storia di fede che attraversa i secoli. Oggi il Monastero è sala eventi del Comune di Copertino.
Chiesa Matrice: la Basilica
La facciata principale risente dei periodi di realizzazione. Gli archetti pensili di epoca medievale appartengono alla seconda metà del XIII secolo quando Manfredi fece rifare il tempio. A partire dal 1563 la chiesa fu arricchita delle navate laterali, mentre nel 1580 venne realizzata l'abside pentagonale. Fu poi restaurata agli inizi del XVIII secolo.
La struttura è sostenuta da colonne romaniche arricchite da eccezionali capitelli figurati. Nel '700 le colonne furono inglobate da pilastri quadrangolari, mentre la volta a capriate fu ricoperta da un cielo appeso ornato da eleganti stucchi. Nella navata destra vi sono tre altari; nel transetto si distingue quello dedicato alla Gloria di san Giuseppe Desa e la cappella del Santissimo con tele di Gianserio Strafella. Nell'abside gli stalli lignei del 1793 furono realizzati da Raffaele Monteanni.
Nel transetto sinistro vi è l'altare della Vergine delle Nevi, costruito nel 1630 da Donato Chiarello, contenente in un ovale l'immagine quattrocentesca della Madonna. Inoltre è presente l'altare di San Sebastiano con tela di fra' Angelo da Copertino. Seguono altri due altari e la tavola raffigurante la Schiovazione dello Strafella.
In fondo alla navata, nei pressi dell'uscita, sono posizionati il monumento funebre a Tristano di Chiaromonte e il fonte battesimale ligneo. Qui il 17 giugno 1603 fu condotto Giuseppe Maria Desa, figlio di Felice e Franceschina Panaca, per essere battezzato dall'arciprete don Delfino Fulino. Suoi padrini furono Carlo Clarello e Antonia Bizzarra.
Torre campanaria
Torre campanariaCostituisce un ambizioso piano d'intervento a favore della chiesa collegiata voluto dall'Universitas. Il primo documento che attesta la costruzione di questa torre risale al 1588 e riguarda l'assegnazione della gara d'appalto al mastro neretino Giovanni Maria Tarantino.
Alta 35 metri, la torre ha base quadrata ed è suddivisa in due ordini: il primo caratterizzato dalla semplicità volumetrica, il secondo da una forte incidenza scultorea. È costituita da poderosi setti murari in calcarenite. L'edificio è definito all'interno da tre camere. Al primo livello si accede dal transetto della chiesa. Da qui si imposta un sistema di scale che mettono in comunicazione i tre ambienti. Sulle facciate sono disposte in maniera simmetrica quattro colonne i cui fusti sono per metà incassati e poggianti su piedistalli cerchiati all'altezza della rastremazione. Esse impostano, con capitelli antropomorfi in pietra leccese, un architrave con fregi a motivi floreali e simbolici che culminano con un composito cornicione di coronamento. Nelle superfici residue tra le due colonne trovano posto degli augustales, supportati da mensole e contrappunti da due nicchie.(Wiki)
Santuario San Giuseppe da Copertino
Il Santuario di San Giuseppe da Copertino è uno dei luoghi più significativi di Copertino, sia per il suo valore spirituale che per la sua importanza storica. Dedicato a San Giuseppe da Copertino, un frate francescano famoso per i suoi miracoli e le sue estasi mistiche, il santuario è una meta di pellegrinaggio molto visitata.
La costruzione del santuario fu completata nel 1758, con l'intento di onorare la figura di San Giuseppe, profondamente venerato nella regione. L'edificio, con il suo stile architettonico barocco, trasmette un senso di solennità e sacralità che ben si addice alla vita del santo.
Un elemento che rende questo santuario particolarmente prezioso è la presenza di numerose reliquie di San Giuseppe, tra cui il suo cuore, trasferito a Copertino da Osimo nel 1953. Questa reliquia è uno dei principali motivi per cui tanti fedeli visitano il santuario, alla ricerca di un contatto spirituale con il santo.
All'interno del santuario si trova anche la piccola stalla in cui San Giuseppe nacque nel 1603. Questo luogo umile, integrato nell'edificio, offre ai visitatori un legame diretto con le origini semplici del santo. La casa paterna di San Giuseppe, situata nel centro storico di Copertino, è un altro punto di interesse per chi desidera approfondire la conoscenza della vita del santo.
Tra le opere d'arte conservate nel santuario, spicca un
dipinto su tela della fine dell'Ottocento che raffigura un episodio
particolarmente toccante: San Giuseppe appare miracolosamente alla madre
morente mentre si trovava nel convento di Assisi. Questo dipinto è solo
una delle tante rappresentazioni che celebrano la vita mistica del
santo. (guide.puglia.it)
Casa Paterna San Giuseppe
Felice era maestro artigiano della fabbricazione dei carri agricoli, ed
era uomo di fiducia dei signori locali, che a Copertino possedevano un
castello.
Franceschina Panaca, di famiglia benestante, era una donna pia e laboriosa, che portò una buona dote in ducati.
Felice fece da garante, mallevadore, a un amico per una transazione di
1.000 ducati. L'amico fallì, e Felice dovette rispondere in solido della
<malleveria> (vedi significato in Treccani:
https://www.treccani.it/vocabolario/malleveria/) , dovette vendere la
casa, e perse il lavoro. Proprio quando stava per nascere il sesto
figlio Giuseppe, andarono ad abitare in una stalla (!) dove vide la luce
il nascituro.
Dopo poco tempo il padre morì per il dispiacere e la vedova rimase sola con i sei figli senza alcuna fonte di reddito. .
La povera Franceschina e i figli, vissero anni durissimi, Giuseppe,
incapace d'imparare il mestiere del carpentiere o dello scarparo, faceva
il garzone in un negozio, dove si trovava meglio che a casa, che poi
era la stalla adibita ad abitazione.
In paese lo chiamavano "Boccaperta" per la sua abituale distrazione. Il
creditore del padre ottenne dal Supremo Tribunale di Napoli, che
Giuseppe, unico figlio maschio di Felice e Franceschina, una volta
raggiunta la maggiore età, fosse obbligato a lavorare senza paga, fino
al saldo totale del debito.
Santuario della Grottella
La storia del Santuario nasce nel 1543 d.c., anno in cui fu rinvenuta l'icona della "Madonna col Bambino" che ha creato le premesse per la costruzione della struttura monumentale e che oggi domina il centro dell'abside della Chiesa. Perchè il nome Grottella ? Probabilmente perchè l'immagine è stata rinvenuta in una grotta, perciò, il ritrovamento della grotta con dentro l'immagine dipinta di una Madonna rappresenta per i ricercatori il punto storico di partenza di questo santuario mariano.
Il ritrovamento avvenne secondo alcuni tra il 1545 e il 1550, secondo altri verso il 1543, ad opera di un pastore che girovagava in un campo in cerca di un vitello smarrito. Addentratosi tra i rovi, vide un piccolo foro e, colto dalla curiosità, si accorse che in fondo ad un sotterraneo si intravedeva una immagine di Maria, davanti alla quale pendevano due lumi e di fronte, in ginocchio, posava lo smarrito vitello. Il fanciullo corse dal suo massaro il quale si preoccupò di avvisare il clero del paese. Dopo aver battezzato l'immagine "Madonna della Grottella", il clero fece erigere inizialmente una cappella che divenne ben presto meta di pellegrinaggio e di venerazione per la gente del contado. Il Vescovo di Nardò di quel periodo, mons. Bovio, dopo aver constatato l'aumentato afflusso di fedeli pellegrini nell'occasione della sua venuta in visita pastorale a Copertino, dispose la costruzione di una Chiesa (quella ove ora ci troviamo) e l'immagine della Vergine fu incastonata nella parete centrale della Cappella. Siamo nel 1579. Congiuntamente il Vescovo fece costruire una residenza estiva per sè e per i suoi successori e solo più tardi, nel 1618, iniziarono i lavori per la costruzione del Convento annesso al Santuario. (sangiuseppedacopertino.it)
LOCALI ANNESSI ALLA CHIESA
Attraverso una piccola porta, si entra nella sagrestia. Sulle pareti si possono leggere alcune massime del santo che coprono gli originali affreschi.
Attraverso una scaletta sulla destra, si accede al chiostro e, prima ancora al salone del Vescovo, posto a sinistra.
Il Salone del Vescovo fu costruito insieme alla chiesa nel 1579 e venne in parte restaurato nel 1981. Prima di immettersi nel Chiostro della Samaritana si possono osservare sulla sinistra, per chi viene dalla sagrestia, due affreschi che riproducono rispettivamente: la Samaritana e il Battesimo di Gesù. All'interno del chiostro si può osservare che la struttura edilizia, sorta un tempo come abitazione civile, era costituita da un piano terra con il santuario, il portico-chiostro, ampie sale con camini decorativi in ogni stanza e un primo piano, munito anche di saloni.
La struttura subì inevitabili modifiche allorquando si profilò la necessità di doverla adattare alle esigenze di una comunità religiosa. Infatti, furono tramezzati i saloni al 1° piano per ricavarne celle. Sorse così un modesto convento e solo per interessamento di S. Giuseppe non fu chiuso nel 1652, epoca in cui molti piccoli conventi, per decreto di Innocenzo X, furono chiusi. Tuttavia, occorreva ingrandirlo.
Per questo si costruì sul lato sud un nuovo corpo caratterizzato da ampi corridoi che circondavano il chiostro. Più tardi, su interessamento di p. Zecca,l'edificio fu allargato con la costruzione del "Refettorio dei Pellegrini" (1688-1691) e altre sale a piano terra. Da quel momento e fino al 1866 non furono apportate ulteriori modifiche alla struttura. Nel 1866 con la soppressione italiana degli Ordini religiosi il santuario ed il convento passano in possesso dello Stato. La chiesa, però per benevola concessione, rimane aperta al culto. Nel 1884 il convento viene venduto dal Demanio al signor Antonio Quarta e nel 1890 anche la chiesa viene chiusa al culto per essere riaperta all'Ufficiatura festiva da parte dei frati minori conventuali, nel 1932. (sangiuseppedacopertino.it)
